"L'ultimo pezzo del puzzle sei tu..."

venerdì 4 novembre 2011

Assignment 3: Intrappolati nella "ragnatela"

Il mondo online (in continua crescita) mantenendo attiva la rete di connessioni che ci creiamo (e si crea) intorno a noi.credo che la vita non vada spesa in questo modo ma uscendo e venendo a contatto diretto con persone e realtà differenti.
Ho sempre pensato che passare molto tempo al computer
E' però vero il fatto che la società cresce e si evolve divenendo più complessa. Se vogliamo farne parte si fa dunque necessario tenersi al passo con i tempi. Chiaramente per farlo non basta pensarci ma agire e quindi riuscire a trarre vantaggio anche da
fosse piuttosto inutile poichè
Il terzo capitolo è quello che più mi è piaciuto, è infatti riuscito a convincermi circa l'importanza di "stare online". In effetti non mi capita molto spesso di pensare al fatto che il Web rappresenti una grandissima risorsa alla quale attingere per praticamente ogni necessità. Esso consente di stabilire una notevole quantità di connessioni con notizie, eventi, persone presenti ma ANCHE passate. Questa è certamente una cosa da non sottovalutare poichè, a differenza delle epoche passate, la conoscenza è ad oggi disponibile per tutti.

L'amor gentile del volgar cavaliere


Nell’età in cui ferreo divenia il futuro, la nostra attenzione venia catturata da un giovane principe di sì rara ricchezza, ma anche dalla modesta bellezza. Ello provenia dalla contea di Eznerif, e il cuor suo dal gentil sguardo di creatura angelica era stato rubato. La damigella che avea innalzato l’animo del giovine principe verso l’amore, più volte e in più circostanze avea il proprio animo fatto vacillare, per così poter appagare il proprio disio di ricchezza e di potere, ma, ricordandosi sempre dei sacri concetti insegnatile nel suo divenire, sempre decise di aspettare l’arrivo del giusto cavalier d’amare. Come potea dunque un principe, seppur molto ricco, ma anche non molto bello, sedurre una creatura, sì pura, e non corrompibile? Già escluse magia nera e pozioni magiche, troppo meschine perfino per ello. Giunse a conclusione che atto impavido servisse alla sua nobil causa. Di lì a poco una giostra si sarebbe tenuta nella contea di Gafado, sobborgo popolare del regno. Pronto a parteciparvi, la pratica propria principiò il principe. Dimesticarsi con armi dal ferreo vigore, non era in lui abilità innata. La granda audacia lo accompagnava nella via della lancia, insieme al dolce pensiero di quell’angelica creatura, dai lunghi riccioli aurei, dagli occhi azzurro ceruleo, e dal dirompente seno marmoreo. Arrivò il fatidico giorno. Orde di cavalieri eran schierate in fronte agli spalti gremiti di contadini sempliciotti, borghesi e clericali. Nessun nobil uomo si era degnato di giungere in quel borgo, difatti, la presenza del principe fra i partecipanti suscitava non poco clamore. Giunse così l’ora dove il nostro paladino era disposto a versar sangue proprio per amore. La nomea del nemico era narrata in più contee, tanto che, leggendaria era l’abilità con cui disarcionava i suoi avversari. Un sentimento di timore divampava nell’animo regale. Ma non era ora momento di temere per se stesso, or che l’amata ivi seggeva con animo gioioso per la vista della giostra. Con passo mesto e sguardo tronfio, degno di marmorea scultura, imponendo fiero andamento all’equina creatura, richiamò sul proprio essere l’attenzione. Ma non volle proferir parola. Doveva atteggiarsi da fico. Sollevò l’elmo per un solo istante, tempo necessario per baciar lo sguardo della damigella. Ora, lento nel passo, coprendo il proprio viso con ferrea armatura, raccolse lancia e coraggio e riprese il suo cammino incontro al proprio fato. Il nostro eroe, col cuor colmo d’amor, era deciso a conquistar la giostra e la volontà dell’amata. Or vedea solamente l’altro. Il suo udito divenia nero e muto. Calò la sventolante bandiera. Tutt’uno col proprio cavallo, ello parea un centauro che rimembrava alla folla, antiche classiche leggende. Immobile e forte il braccio impugnava saldamente la lancia. Certa era la vittoria. Al cospetto dell’altro chiuse gli occhi per l’attimo di un baleno. Occhi che più non schiuse. Oh, poero cavaliere, che per conquistar animo altrui, or giace in luogo glorioso ove eterna luce risplende.
Or non disperate. Non indugiando sulla tragica sorte del nostro eroe, ello riuscì nel proprio intento. Difatti calde lacrime caddero dall’angelico volto della fanciulla, il cui cuore era finalmente stato rubato. Seppur per poco. Sìpperché subito, altro cavaliere, dall’aulica oratoria, e dall’illuminato intelletto, cogliendo lo sfuggevole attimo, rincuorò la damigella, che or fragile, or vogliosa, gli concesse il suo frutto.
La morale della favola è: Prima offrile da bere e chiedile di uscire, se rifiuta allora puoi farti uccidere… In onore di Heath Ledger, ispirato da "Il destino di un cavaliere"
Scritta da Francesco Spolveri

Animal House: "la vera vita studentesca"

"Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare"
"Bluto" (John Belushi)
Larry e Kent, due giovani matricole, sono impazienti di iscriversi ad una delle varie fratellanze del college. Rifiutati dalla "Omega Theta Phi", composta da studenti ricchi e snob, vengono accettati dalla sgangherata "Delta Tau Chi", composta solo da studenti ripetenti con voti infimi ed una condotta disastrosa, e da cui è bandita ogni regola sociale. Ma il rettore e la fratellanza rivale Omega decidono di accanirsi contro la Delta per farla chiudere. "Bluto" ed i suoi compagni non ci stanno, e decidono di ribellarsi.


Animal House (National Lampoon's Animal House), film del 1978 diretto da John Landis, è stato il primo esempio di commedia "scolastica", ambientata in un college americano, un filone che ha poi trovato il suo boom negli anni ottanta/novanta, dando vita a numerosi film. 
Nei titoli di coda viene presentato il futuro di ogni ragazzo con brevi didascalie:
  • Robert Hoover, diplomato nel 1963. Diverrà Pubblico Difensore a Baltimora, Maryland.
  • Lawrence Kroger, diplomato nel 1966. Diverrà editore del National Lampoon Magazine.
  • Gregory Marmalard, diplomato nel 1963. Consigliere presso la Casa Bianca. Ci viene riferito anche che verrà violentato in prigione nel 1974, senza specificare alcun motivo di detenzione.
  • Eric Stratton, diplomato nel 1963. Ginecologo a Beverly Hills, California.
  • Douglas C. Neidermeyer, diplomato nel 1963. Ucciso in Vietnam dai suoi stessi soldati. Ne "Ai confini della realtà: il film" del 1983, nell'episodio diretto da John Landis, alcuni soldati in Vietnam discutono dell'uccisione del sergente Niedermeyer.
  • Kent Dorfman, diplomato nel 1966. Terapeuta di gruppi d'incontro al Cleveland Inc.
  • Daniel Simpson Day, diplomato nel 1963. La didascalia dice: "Irreperibile".
  • Boon e Katy si sposeranno nel 1964 e divorzieranno nel 1969.
  • Barbara Sue Jansen, diplomata nel 1963. Guida turistica presso gli Universal Studios di Hollywood.
  • John Blutarsky sarà senatore a Washington DC e si sposerà con l'amica di Verna, quella che all'ultimo ha tentato di soffiarle il suo ragazzo, Gregory.
    Precedentemente, un esempio simile era stato, nel 1973, l'American Graffiti di George Lucas, che però si allontana nei toni da Animal House ed i seguenti film, che esasperano a livelli grotteschi la vita del college.
    La pellicola vede, inoltre, la prima collaborazione tra il regista John Landis e l'attore John Belushi, che due anni più tardi, nel 1980, daranno vita insieme a Dan Aykroyd al mito dei Blues Brothers.
    Nel 2001 è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congressodegli Stati Uniti.
    Nel 2000 l'AFI lo ha inserito al trentaseiesimo posto nella lista delle migliori cento commedie americane di tutti i tempi.

Assignment 6.1: "IO SO DI NON SAPERE"


Ignoranza, curiosità, ricerca, conoscenza...nuova ignoranza, ecco il processo mentale che lega tutti noi menti scientifiche e non. Noi partiamo da uno stato di ignoranza che ci stimola a studiare e a ricercare per comprendere e riempire le nostre lacune, ma sebbene sembri di essere giunti alla conoscenza, ciò non avviene mai totalmente. L'uomo, per quanto colto, esperto, saggio che sia, rimarrà sempre ignorante su qualcosa. La conoscenza umana è limitata, ma soprattutto è in continuo sviluppo e quindi priva di una fine. Proprio per tale motivo ogni giorno vengono pubblicate ricerche con dati nuovi, con conoscenza nuove, magari anche con idee discordanti con quelle passate. I migliaia di testi che si trovano nel Pubmed dimostrano come ogni giorno la conoscenza evolva e contemporaneamente testimonia quanto poco noi ne sappiamo. L'uomo ha sempre desiderato essere onniscente, e qualche volta ha e ha avuto la presunzione di pensare di esserlo. Eppure anche la persona più colta, proprio perchè tale, dovrebbe avere l'umiltà di riconoscere di essere anche lui ignorante in qualcosa; non per altro Socrate affermava: "So di non sapere". Ed è lo stesso pensiero che mi è balenato nella mente  quando ho assistito ad una conferenza sulla medicina orientale. Convinto di sapere abbastanza sull'argomento, sono stato travolto dalla consapevolezza di saperne poco, anzi niente, e finora non ne ero nemmeno incuriosito, poichè bloccato dal pregiudizio su tale materia; ma si sa il pregiudizio non è altro che la maschera dietro cui si nasconde l'ignoranza. Tornato a casa, preso dalla foga e dalla curiosità su argomenti a me sconosciuti, ho sfruttato la lezione su PubMed http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed per ricercare all'interno del sito, dei trattati riguardanti la medicina orientale. Ovviamente ho dovuto porre dei limiti poichè all'inizio il risultato della ricerca mi dava 13167 articoli; seguendo quindi passo passo le istruzione del prof. ho inserito dei limiti; ah a tale proposito vi avverto che i testi in italiano su tale argomento su PubMed sono zero. Posti i primi limiti, ad esempio ho richiesto solo i testi dell'ultimo anno, ho ottenuto 220 risultati; per ridurli ancora di più ho fatto una ricerca più accurata aggiungendo come nuovo parametro, la parola Italy, ovvero volevo vedere quanti testi ci fossero riguardanti la medicina orientale scritti da italiani; e finalmente ho ottenuto un risultato di testi sfogliabili, ovvero:3. Forse la mia ricerca è stata un pò troppo accurata e ho ridotto un pò troppo i possibili testi, ma è vero anche che era 13167 articoli sono lunghi da leggere...
Vorrei concludere dicendo che PubMed, per noi di medicina e non solo, è un servizio molto utile, poichè avere la possibilità di poter consultare tanti testi diversi su uno stesso argomento, ci permette di conoscere idee e opinioni diverse, in poco tempo; tuttavia non cadiamo nell'errore di far diventare nostre le opinioni degli altri, al contrario quella quantità di nozioni, a nostra disposizione, deve stimolarci ad avere una nostra propria opinione, che chissà magari un giorno potrebbe finire tra i trattati ricercabili nel PubMed. 
Ricordiamoci che: Sapere di non sapere è la cosa migliore. Fingere di sapere quando non si sa è una malattia.  Lao Tzu 

"Click"

Lei era lì, in fronte a lui. Sembravano fossero trascorsi secoli dall'ultima volta che si erano visti. Si nascose fra le numerose persone che potevano fornirgli un sicuro nascondiglio. Non voleva che lei si accorgesse della sua presenza. Si mise vicino ad un angolo della stanza e l'osservò. Prese la sua macchina fotografica e la portò sugli occhi, in modo tale da coprirsi il viso, e nello stesso tempo poterla osservare. Dio quanto era bella. Se ne stava lì col solito sorriso che sempre sorgeva sul suo viso in fronte ad un’opera che tanto le piaceva. I suoi occhi sorridevano con le labbra, e si poteva ben capire che la sua testa era in un altro mondo, al di fuori di quel caotico museo. "Click" le scattò una foto. Le si avvicinò con molta discrezione, non avrebbe mai voluto essere visto. "Click" ne scattò un'altra. Man mano che si avvicinava, alla mente riaffioravano ricordi sepolti nei meandri della mente da ormai diverso tempo. "Click" un'altra ancora. Ricordava di quanto gli piaceva accarezzarle i capelli e sentirne i riccioli che gli scorrevano sotto le dita.  Ricordava che le recitava sempre i versi della sua canzone preferita: " Would tear a hole through each cloud that scudded by just to beam on you and I". Ma purtroppo le nuvole si erano addensate. E la luce era solamente un freddo ricordo... "Click" le scattò l'ultima foto. Restò lì, impassibile. Non le staccava gli occhi di dosso, come un bambino che guarda per la prima volta un oggetto nuovo. Abbassò la macchina fotografica, voleva vederla realmente. Ma con suo grande stupore una volta abbassata la macchina, lei era scomparsa. Cominciò a girarsi intorno, la cercava con lo sguardo, ma niente. Era introvabile. Cercò in ogni stanza del museo, ma di lei nessuna traccia. Era impossibile che fosse sparita, l’aveva vista attraverso l’obiettivo. Si fermò, sembrava esser distrutto. Si sedette, e cominciò a pensare. Prese la macchina fotografica e riguardò le foto fatte. Ma con suo grande stupore in nessuna delle foto lei compariva. Sul suo viso comparve un insolito solco. Non era un’espressione di chi è sorpreso, anzi, sembrava quasi aspettarselo. Riportò la macchina fotografica sugli occhi, e lei era di nuovo lì, in fronte a lui, con la solita espressione sognante, e lui non ci pensò due volte. “Click!”.
Scritta da Francesco Spolveri

Assignment 6.0: "Il costo della cultura"


La cultura costa, basti pensare a quanto costano i libri di medicina; a dimostrazione della frase precedente vi è la riprova anche degli articoli archiviati in PubMed dove alcuni, per leggerli interamente, devi pagare una quota. In pratica ti devi abbonare alla rivista su cui è stato pubblicato l'articolo. Questo è un limite notevole, poiché vuol dire che non tutti gli articoli che si trovano, sono a noi accessibili, a meno che non si tiri fuori il cash. Ma per superare tale limite, o almeno per evitarlo, il professore di informatica ha proposto un metodo. Ovvero, poichè l'università è abbonata ad alcuni delle riviste su cui  si possono trovare gli articoli archiviati in PubMed, allora noi studenti, a scopo didattico, possiamo sfruttare tale cosa a nostro favore. In pratica dobbiamo utilizzare il proxy dell'università, ovvero fingere di essere connessi da uno dei computer dell'università. Per prima cosa dovete cercare dove si trovano le impostazione di Firefox o di qualunque altro browers abbiate, (e già questo passo per la sottoscritta non è stato facile); fato ciò dovrete modificare le impostazioni di connessioni di rete del Fireforx, ovvero dobbiamo determinare la configurazione manuale del proxy. L'ultimo passaggio è inserire i dati giusti nella voce proxy HTTP e il numero nella porta; a questo punto siamo connessi tramite il proxy dell'università, e quindi tutte le riviste a cui è abbonata la nostra università diventano accessibili per noi "miseri" studenti. Per visualizzarli basta identificarci tramite il nostro numero di matricola e la nostra personale password.
Ciò che ho appena descritto l'ho provato ricercando gli articoli del professore Paternostro (ne ho trovati 13 di cui uno solo FREE FULL TEXT); una volta eliminato gli articoli eseguiti da omonimi, ho seguito i passi precedentemente descritti e sono riuscita a scaricare un articolo del professore Ferdinando Paternostro, allacciandomi al proxy dell'università. Consiglio una volta sfruttato tale trucchetto per scaricare gli articoli rimodificate le impostazioni di connessione tornando alle impostazioni iniziali, poichè se rimanete connessi tramite il proxy dell'università alcuni siti, non vi saranno più accessibili.

Assignment 5: "La diffusione di internet"

Pare che dall'avvento e la diffusione di internet ormai non se ne possa più fare a meno. Devi comprare qualcosa? c'è ebay, cerchi un'offerta? vai su GROUPON , vuoi fare una ricerca per la scuola? wikipedia..
Ormai internet è dappertutto. I locali si stanno addirittura attrezzando con reti wifi a cui accedere gratuitamente col cellulare o col portatile mentre bevi un caffè..
Senza dubbi io sono il primo ad avere il bisogno di avere internet sempre a portata di mano... Mi basti pensare a Medwiki dal quale posso scaricare tutti gli appunti di cui ho bisogno per l'università.
Internet è indubbiamente il modo più semplice e veloce di reperire informazioni.. Ho tante enciclopedie a casa, ma se x ogni dubbio o curiosità dovessi mettermi a sfogliarle, il mio studio ne risentirebbe e non poco.. 
Nonostante l'utilità di internet voglio ricordare a tutti il piacere di sfogliare le pagine di un libro o il gusto di comprare il dvd di un film che ci piace, o il cd audio della nostra band preferita. L'avvento di internet e l'arrivo di programmi per poter scaricare tutto il pensabile ci sta togliendo piano piano questi piccoli piaceri quotidiani. 
Probabilmente sono andato un pò fuori tema, rispetto al punto in questione, cioè la validità di un articolo scientifico.
 Secondo me ormai le nostre vite sono diventate una corsa continua ("Run Forresti! Run!). 
Tutta la società attuale è in continua corsa, resta in gara solo chi corre più veloce. Anche i revisori degli articoli scientifici devono correre veloce, anche se questo non è giusto. Perciò se la validità di alcuni articoli talcolta viene meno, secondo me non è colpa unicamente dei revisori oberati di lavoro, ma della società. Le persone continueranno a scrivere articoli, i revisori a revisionarli e la società a correre. E ormai credo che la gara non possa essere più interrotta.