"L'ultimo pezzo del puzzle sei tu..."

venerdì 4 novembre 2011

"Click"

Lei era lì, in fronte a lui. Sembravano fossero trascorsi secoli dall'ultima volta che si erano visti. Si nascose fra le numerose persone che potevano fornirgli un sicuro nascondiglio. Non voleva che lei si accorgesse della sua presenza. Si mise vicino ad un angolo della stanza e l'osservò. Prese la sua macchina fotografica e la portò sugli occhi, in modo tale da coprirsi il viso, e nello stesso tempo poterla osservare. Dio quanto era bella. Se ne stava lì col solito sorriso che sempre sorgeva sul suo viso in fronte ad un’opera che tanto le piaceva. I suoi occhi sorridevano con le labbra, e si poteva ben capire che la sua testa era in un altro mondo, al di fuori di quel caotico museo. "Click" le scattò una foto. Le si avvicinò con molta discrezione, non avrebbe mai voluto essere visto. "Click" ne scattò un'altra. Man mano che si avvicinava, alla mente riaffioravano ricordi sepolti nei meandri della mente da ormai diverso tempo. "Click" un'altra ancora. Ricordava di quanto gli piaceva accarezzarle i capelli e sentirne i riccioli che gli scorrevano sotto le dita.  Ricordava che le recitava sempre i versi della sua canzone preferita: " Would tear a hole through each cloud that scudded by just to beam on you and I". Ma purtroppo le nuvole si erano addensate. E la luce era solamente un freddo ricordo... "Click" le scattò l'ultima foto. Restò lì, impassibile. Non le staccava gli occhi di dosso, come un bambino che guarda per la prima volta un oggetto nuovo. Abbassò la macchina fotografica, voleva vederla realmente. Ma con suo grande stupore una volta abbassata la macchina, lei era scomparsa. Cominciò a girarsi intorno, la cercava con lo sguardo, ma niente. Era introvabile. Cercò in ogni stanza del museo, ma di lei nessuna traccia. Era impossibile che fosse sparita, l’aveva vista attraverso l’obiettivo. Si fermò, sembrava esser distrutto. Si sedette, e cominciò a pensare. Prese la macchina fotografica e riguardò le foto fatte. Ma con suo grande stupore in nessuna delle foto lei compariva. Sul suo viso comparve un insolito solco. Non era un’espressione di chi è sorpreso, anzi, sembrava quasi aspettarselo. Riportò la macchina fotografica sugli occhi, e lei era di nuovo lì, in fronte a lui, con la solita espressione sognante, e lui non ci pensò due volte. “Click!”.
Scritta da Francesco Spolveri

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